Le principali difficoltà della donna Estia sono in stretta relazione con quello che mancava alla dea; fra tutte le divinità dell’Olimpo era l’unica a non essere rappresentata con un aspetto umano: le mancava un’immagine o una Persona.
L’identificazione con Estia
Vivere come la dea Estia significa vivere in anonimato, anche se questo tipo di donna ha una posizione centrale nella casa. Molte donne conoscono gli svantaggi di questo ruolo: frequentemente il loro lavoro è dato per scontato e i loro sentimenti non vengono considerati.
La donna Estia si sente scontenta e svalutata, le manca la prepotenza e non è in grado di reagire. Il lavoro di casa, che le procura un piacere silenzioso e un senso di ordine interno, perde questo significato se, non appena svolto, viene distrutto e messo in disordine dagli altri. La custode del focolare Estia può “spegnersi” quando il suo impegno le appare privo di senso e inutile.
Il detto “l’acqua cheta rovina i ponti” descrive i sentimenti introversi di Estia, che vivono “dietro la facciata”: in quanto lei non mostra i suoi sentimenti, le persone che sono importanti per lei possono ignorarli. La solitudine, che Estia apprezza molto, può trasformarsi in abbandono se le persone da lei profondamente amate, ignorando i suoi sentimenti, la lasciano. È anche molto triste che chi vorrebbe essere amato da lei, di fatto lo è ma non lo saprà mai. Per superare la dimensione Estia la donna deve imparare ad esprimere i sentimenti, cosicché le persone care se ne accorgano.
Modi per crescere: costruire una persona socialmente adattabile
Quando esce dal suo rifugio, dalla sua casa, la donna Estia incontra delle difficoltà. Essendo una persona introversa, quando deve misurarsi con il ritmo più veloce e competitivo degli altri, fino a che non sviluppa altri aspetti della personalità, si sente spaesata.
La parola Persona (che in latino significa “maschera”), nel passato si riferiva alle maschere che venivano indossate per connotare immediatamente il ruolo che l’attore doveva recitare. Nella psicologia junghiana, la Persona è la maschera dell’adattamento sociale che l’individuo presenta al mondo. È il modo in cui ci presentiamo agli altri e veniamo visti da loro.
L’individuo che ha una Persona ben funzionante è come una donna che ha un vasto guardaroba da cui poter scegliere vestiti adatti ad ogni occasione e alla sua personalità, posizione ed età. Ciò che diciamo, il modo in cui ci comportiamo, interagiamo con gli altri, ci identifichiamo: tutto fa parte della nostra Persona.
La donna Estia per natura è indifferente ai problemi che attengono alla Persona, allo status sociale, a come fare bella figura o dare la giusta impressione. Però, dovrà comunque avere rapporti con gli altri e, come chiunque, in una cultura competitiva, sottoporsi a prove e valutazioni. Queste capacità deve apprenderle, in lei non sono innate: se deve partecipare ad una riunione con tante persone, si sente goffa, inadeguata, timida, priva di una Persona adeguata, come se non avesse “niente da indossare”.
La donna Estia che deve presentarsi a un colloquio di lavoro o a un esame deve costruirsi coscienziosamente una Persona, dedicandovi tutta l’attenzione che darebbe alla compilazione di un curriculum vitae (che può considerarsi una Persona messa per iscritto). Occorre che si faccia un quadro più chiaro possibile di “chi” ci si aspetta lei sia in ogni particolare situazione e deve essere disposta a provare un certo numero di Persone, fino a scoprire lo stile che le è più naturale, una volta che lo abbia “indossato” abbastanza a lungo.
Acquisire sicurezza di sé
Oltre che acquistare una Persona, la donna Estia deve realizzare anche la capacità di introdurre nella sua personalità un aspetto attivo. La dea Estia si estraniava dai rapporti, evitava l’Olimpo, non era presente sullo sfondo della guerra di Troia e non sosteneva i mortali, non li salvava, non li puniva e non li aiutava.
A differenza della dea, la donna Estia che vive in mezzo agli altri, deve avventurarsi fuori dalle mura di casa, ed è impreparata a ciò, a meno che altre parti della sua psiche non la aiutino ad essere attiva e sicura di sé. Artemide ed Atena, gli archetipi femminili dell’azione, possono aprire la strada a queste capacità, e lo può fare anche l’Animus della donna, ovvero la parte maschile dell0a sua personalità. Le qualità Artemide e Atena possono essersi sviluppate se la donna Estia ha preso parte ad attività competitive, campeggi estivi, sport all’aria aperta o se a scuola ha studiato con buon profitto.
Il centro di gravitazione di Estia: fedeltà all’archetipo
Poseidone ed Apollo cercarono di sottrarre a Estia la sua verginità, la sua purezza di donna “una in se stessa”. Ma, invece di cedere ai loro desideri, lei fece giuramento di eterna castità. Ciò a cui Estia si oppose, rifiutando Poseidone e Apollo, è importante da un punto di vista metaforico, e rappresenta le forze intellettive ed emotive che possono allontanare la donna dal suo centro di gravitazione.
Estia rappresenta il Sé, un centro spirtuale della personalità femminile che la donna conosce per intuizione, e che dà un senso alla sua vita.
Questa concentrazione estiana può venire meno se lei “cede” ad Apollo. Apollo era il Dio del Sole, e apollineo è diventato sinonimo di logos, vita intellettuale, primato della logica e della ragione. Se Apollo convince una donna a rinunciare alla verginità estiana, lei sottoporrà all’esame di un’indagine scientifica l’esperienza interna, che ha vissuto in maniera intuitiva.
Quando allo scetticismo scientifico “maschile” viene consentito di penetrare nell’esperienza spirituale e di chiedere delle “prove”, l’invasione immutabilmente viola il senso di integrità e di importanza della donna.
Se invece la donna Estia viene “rapita da Poseidone”, verrà sommersa dal dio del mare. Poseidone rappresenta per lei il pericolo di essere travolta da sentimenti oceanici o da contenuti che emergono dall’inconscio. Nella vita cosciente, la preoccupazione per una situazione emotiva potrà distoglierla dallo stato di concentrazione. Se il tumulto la porta a deprimersi, l’influenza acquatica di Poseidone rischierà di spegnere temporaneamente il fuoco che brucia al centro del focolare di Estia.
Quando è minacciata da Apollo o da Poseidone, questa donna ha il bisogno di ritrovare la propria integrità nella solitudine. Nella quiete silenziosa, può scoprire, ancora una volta in maniera intuitiva, la via del ritorno al centro di sé.
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