Sei una donna silenziosa e non invadente, ti piace la solitudine e senti di essere introversa? Probabilmente la dea Estia è presente in te.
La dea Estia
Estia è la meno nota delle divinità dell’Olimpo, è la dea del focolare; la sua presenza si avvertiva nella fiamma viva, posta al centro della casa, del tempio e della città. Il simbolo di questa dea era un cerchio; con la sua presenza rendeva sacro ogni edificio. Era una presenza avvertita a livello spirituale come fuoco sacro che forniva illuminazione, tepore e calore necessari a cuocere il cibo.
Rituali e culto
Perché una casa diventasse un focolare, era necessaria la presenza di Estia. Quando una coppia si sposava, la madre della sposa accendeva una torcia sul proprio focolare domestico e la portava agli sposi, nella nuova casa, perché accendessero il loro primo focolare. Così facendo si consacrava la nuova dimora.
Dopo la nascita di un figlio, aveva luogo un secondo rituale estiano. Quando il neonato aveva cinque giorni, veniva fatto girare intorno al focolare, come simbolo della sua ammissione nella famiglia. Poi seguiva un banchetto sacro festivo.
In egual modo, ogni città-stato greca, nell’edificio principale, aveva un focolare comune dove ardeva un fuoco sacro. In ogni nuova comunità che veniva fondata si portava il fuoco sacro dalla città di origine per accenderlo nella nuova. Così, ogni volta che una coppia o una comunità si accingevano a fondare una nuova sede, Estia li seguiva come fuoco sacro, collegando la vecchia residenza con la nuova, probabilmente come simbolo di continuità e di interdipendenza, di coscienza condivisa e d’identità comune.
L’archetipo Estia
La presenza della dea Estia nella casa e nel tempio era il punto di riferimento centrale della vita quotidiana. Come archetipo, è una presenza altrettanto importante nella personalità della donna, a cui dà un senso di completezza e di purezza.
La dea vergine
Estia, a differenza delle altre due dee vergini, non si avventurò nel mondo ad esplorare luoghi selvaggi come Artemide, o a fondare città come Atena. Rimase nella casa o nel tempio, contenuta all’interno del focolare.
Nonostante possano sembrare apparentemente diverse, le tre dee vergini hanno qualità fondamentali sottilissime che le accomunano. Tutte e tre sono “complete in se stesse”: nessuna di loro è stata mai vittima di divinità maschili o di mortali. Tutte e tre hanno la capacità di polarizzarsi e concentrarsi su ciò che le interessa, senza lasciarsi distrarre dal bisogno altrui o dal proprio bisogno degli altri.
Coscienza focalizzata sul proprio mondo interiore
L’archetipo Estia ha in comune con le altre due dee vergini una messa “a fuoco” della coscienza. Però, mentre Artemide ed Atena, che sono orientate verso il mondo esterno, si concentrano sul conseguimento di mete o sulla realizzazione di progetti, Estia si concentra sull’esperienza soggettiva interna; quando quest’ultima dea medita, per esempio, è completamente concentrata.
La percezione di Estia avviene attraverso lo sguardo interiore e l’intuizione di quello che sta succedendo. La modalità estiana ci permette di avere un contatto con i nostri valori, mettendo in risalto ciò che è importante sul piano personale.
L’introversa Estia, quando è presa da ciò che le interessa, può diventare emotivamente distaccata e percettivamente disattenta a quanto la circonda. Ha la tendenza a ritirarsi dalla compagnia degli altri, ricercando la tranquillità silenziosa, che si ritrova più di tutto nella solitudine.
La custode del focolare
Estia, come dea del focolare, è l’archetipo attivo nelle donne che ritengono le occupazioni domestiche un’attività significativa e non semplicemente “le faccende di casa”. Con questa dea, la cura del focolare diventa un mezzo attraverso il quale la donna, insieme alla casa, mette ordine nel proprio sé. La donna che è in contatto con questo modello archetipico, nel fare le incombenze quotidiane sente nascere dentro di sé un senso di armonia interiore.
Attendere alle cure domestiche è un’attività che induce alla concentrazione e che equivale alla meditazione. La donna Estia si dedica alle faccende domestiche perché le interessano di per sé e le piace; ottiene una pace profonda da quello che fa.
Quando Estia è presente, la donna si dedica ai lavori casalinghi con la sensazione di avere davanti a sé tutto il tempo possibile. Non guarda l’orologio, perché non fa le cose in base all’orario. Si trova in quello che i greci chiamavano kairos, il tempo propizio: “sta partecipando al tempo”, e questo la nutre psicologicamente(come succede in quasi tutte le esperienze dove perdiamo il senso del tempo).
Mentre raccoglie e ripiega la biancheria, rigoverna i piatti e mette in ordine, non ha fretta, ed è pacificamente concentrata in ogni cosa che fa.
La custode del tempio
L’archetipo Estia è presente nelle comunità religiose, soprattutto lì dove si coltiva il silenzio.
Le vestali e le suore hanno in comune questo modello archetipico. Le giovani donne che entrano in convento rinunciano all’identità precedente. Il loro primo nome viene cambiato e il cognome non viene più usato. Vestono tutte allo stesso modo, vivono una vita di castità, praticano l’altruismo e dedicano la vita al servizio religioso.
Donne famose che hanno in sé l’aspetto Estia, tendono ad avere anche altri archetipi forti: per esempio Madre Teresa di Calcutta, Premio Nobel per la Pace, sembra una combinazione di Estia e della materna Demetra. Le superiore di conventi che si mostrano abili amministratrici e sono mosse dalla spiritualità, al fianco di Estia, hanno forti tratta Atena.
La vecchia saggia
Estia si teneva al di fuori degli intrighi e delle rivalità della sua divina parentela, ed evitava di farsi coinvolgere dalle passioni del momento. Quando nella donna è presente questo archetipo, gli eventi hanno un impatto su di lei diverso rispetto agli altri: non è “attaccata” alla gente, al possesso, agli esiti, al prestigio o al potere, ma si sente completa così com’è.
Il distacco di Estia dà a questo archetipo la qualità della “donna saggia”. È come una donna anziana che abbia visto tutto e ne sia venuta fuori con lo spirito non oscurato e il carattere rafforzato dall’esperienza.
La dea Estia era onorata nei templi di tutto gli altri dèi. Quando Estia divide il “tempio” (o la personalità) con altre divinità archetipiche, dona la sua dimensione di saggezza a propositi ed obiettivi. In questo senso, la donna Era che reagisce con dolore alla scoperta dell’infedeltà del compagno, se ha in sé anche l’archetipo Estia, non sarà vulnerabile come è caratteristico di quella dea. Gli eccessi di tutti gli altri archetipi vengono addolciti dal saggio consiglio di Estia, una presenza forte, portatrice di una verità e di una visione spirituale profonda.
Concentrazione sul mondo interno
Estia è l’archetipo della concentrazione sul mondo interno. È il punto di riferimento che permette alla donna di rimanere ben salda in mezzo al caos e al disordine del mondo esterno, e all’agitazione della routine quotidiana.
Quando Estia è presente nella personalità di una donna, la sua vita ottiene un senso. Il focolare di Estia, di forma circolare, con il fuoco sacro al centro, ha la stessa forma del mandala, un’immagine usata nella meditazione come simbolo di totalità e di completezza.
Il sacro fuoco di Estia ardeva sul focolare domestico e nei templi. La dea e il fuoco erano una cosa sola e univano le famiglie tra loro, e le città-stato alle colonie. Estia era l’anello di congiunzione spirituale tra tutti loro. Quando questo archetipo permette la concentrazione sulla spiritualità, l’unione con gli altri è un’espressione del Sé.
Come coltivare Estia
Estia la ritroviamo nella silenziosa solitudine e nel senso dell’ordine che viene dal “governare la casa con atteggiamento contemplativo”. La donna, così, viene completamente assorbita in tutto ciò che fa, senza fretta, e ha il tempo di godere dell’armonia che ne deriva.
Anche la casalinga non molto legata ad Estia, ricorderà indubbiamente momenti in cui è stata dominata da questo archetipo. Una giornata tutta dedicata a riordinare un armadio può significare tenere e scartare abiti, ricordare e prevedere eventi, fare una cernita tanto delle proprie cose che di sé. La casalinga, alla fine, avrà un armadio ordinato, immagine di ciò che lei è, e una giornata ben spesa. Si può sperimentare la dimensione Estia anche nell’appagamento e nel piacere di scorrere vecchie fotografie, sceglierle, etichettarle e racchiuderle in un album.
Anche donne che non hanno in sé questa dea, possono decidere di “farsi avvicinare” da Estia, cioè di essere in contatto con la loro parte interiore e silenziosa. Per farlo devono trovare il tempo e lo spazio, soprattutto se hanno una vita ricca di rapporti interpersonali e ne vanno orgogliose, pur lamentandosi di non avere mai un momento di tranquillità.
Se Estia non è una presenza interna stabile nella donna, il modo per invitarla ad entrare nella cura quotidiana della casa è l’intenzione di assumere un atteggiamento estiano. Occorre dare tutto il tempo necessario ad una faccenda che decidiamo di svolgere. Per esempio, stirare la biancheria, è un compito ripetitivo che molte donne fanno in fretta e malvolentieri. Ma quando adotta la modalità Estia, la donna può accogliere con piacere l’occasione di rimettere a posto gli abiti, come un momento per riposare la mente.
Per far sì che questa dea sia presente, la donna dovrebbe occuparsi di un compito alla volta, di una stanza alla volta, per poter svolgere tranquillamente il lavoro nel tempo che ha a disposizione. E, nel fare quell’incombenza, deve lasciarsi assorbire come se stesse eseguendo la cerimonia del tè giapponese, con un senso di serenità in ogni movimento. Solo allora una pace interiore onnipervasiva sostituirà l’abituale chiacchiericcio della sua mente. Così, non sarà asservita ai bisogni di nessun altro e non sarà oppressa dall’orologio.
La meditazione attiva e rinforza questo archetipo introverso e polarizzato sul mondo interno, e una volta iniziata, frequentemente diventa una pratica quotidiana, in quanto infonde un senso di completezza e di concentrazione, una sorgente interna di pace e di illuminazione, che apre la strada alla dimensione Estia.
Nel prossimo articolo parlerò della donna Estia e delle sue caratteristiche.
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