L’archetipo Artemide nella psiche di una donna fa sì che questa si senta indipendente, sappia badare a se stessa e sappia sentirsi intera senza un uomo, sia in grado di perseguire interessi e un lavoro che la appassionano, senza bisogno dell’approvazione maschile.
Oggi vorrei parlare delle difficoltà psicologiche della donna Artemide, e delle vie di crescita che le permettono superare la sua unilateralità e di integrare nella sua psiche alcuni aspetti come la vulnerabilità e la ricettività.
Difficoltà psicologiche della donna Artemide
La dea Artemide si aggirava per luoghi scelti da lei, faceva ciò che voleva con una compagnia di sua scelta. Lei, rispetto ad altre dee, non soffrì mai e non fu una vittima. Anzi, fu lei a procurare del male a chi la offendeva o a chi intimidiva coloro che lei proteggeva. In ugual modo, le difficoltà psicologiche della donna Artemide, solitamente, più che portare dolore a lei, causano sofferenza agli altri.
L’identificazione con la dea Artemide
Una donna che vive “come Artemide” si sente soddisfatta quando cerca di raggiungere una meta e si concentra sul suo lavoro. Questa donna non ha mai la sensazione che le manchi qualcosa nella vita, soprattutto quando impiega la sua rilevante energia nel lavoro, che per lei ha un profondo significato.
In genere ha uno stile di vita movimentato, e questo le piace molto. Non ha bisogno e non pensa al matrimonio o ai figli, a meno che Era o Demetra siano archetipi presenti in lei in maniera abbastanza forte.
Ha rapporti fraterni duraturi sia con uomini che con donne, anche se le manca un’intimità emotiva forte.
Il disprezzo per la vulnerabilità
La donna Artemide è interessata ad un uomo fino a quando può, diciamo, inseguirlo. Ma se lui si avvicina a lei emotivamente, e magari vuole sposarla, l’eccitamento per la “caccia” si dissolve. Se poi lui mostra di aver bisogno di lei, il suo interesse per lui svanisce oppure entra in campo il disprezzo.
In questo modo la donna Artemide vive una serie di rapporti che funzionano finché l’uomo mantiene un certo distacco emotivo e non è sempre a sua disposizione. Questo modello può attivarsi quando la donna si identifica con la dea vergine, che è completa in se stessa, e nega la propria vulnerabilità e il proprio bisogno dell’altro. Per cambiare, si deve aprire alla fiducia e all’amore di una persona particolare.
Fino a quel momento l’uomo la percepisce come una sirena: metà di lei è una bella donna, l’altra metà è una creatura fredda e disumana. E una donna Artemide è in grado di essere crudele con un uomo che la ama e che a lei non interessa più.
La rabbia nella donna Artemide
La dea Artemide ha un aspetto distruttivo, simbolizzato dal cinghiale selvatico, uno degli animali a lei sacri. Nella mitologia si racconta che, quando era offesa, scatenava per la campagna il feroce cinghiale calidonio.
La donna Artemide si arrabbia contro un uomo perché magari viene svalutata o perché non si dà importanza a ciò che per lei ha un valore.
Questo tipo di donna deve confrontarsi con la propria distruttività, deve vederla come un aspetto di sé da fermare o controllare per far sì che non rovini i suoi rapporti. Affrontare il cinghiale interno richiede coraggio, perché significa guardare da vicino quanto la donna ha fatto danno a se stessa e agli altri. La lezione che deve imparare è l’umiltà, che le ridà umanità: acquisisce così la consapevolezza che anche lei ha delle imperfezioni.
L’inaccesibilità
Una delle caratteristiche della donna Artemide è la distanza emotiva: questo tipo di donna è talmente concentrata sui suoi obiettivi da non notare i sentimenti di chi le sta accanto. Le persone che le sono vicine in questo modo si sentono insignificanti ed escluse, e quindi ferite o arrabbiate verso di lei.
Anche in questo caso, per poter cambiare, la donna Artemide deve raggiungere una consapevolezza cosciente, ascoltando e tenendo in considerazione quello che gli altri dicono.
La spietatezza
Artemide fu spesso spietata. Per esempio, il cacciatore Atteone, che si permise di guardarla nuda senza sapere che fare ciò era un’offesa mortale, venne trasformato da lei in un cervo, che fu sbranato dai suoi stessi cani da caccia.
I lati positivi della dea e della donna Artemide possono essere il senso dell’oltraggio per i torti che vengono commessi, la lealtà verso gli altri, la forza nell’esprimere e nel far valere il proprio punto di vista e la tendenza a passare all’azione.
Ma quando puniscono qualcuno per un torto subito, sia la dea che la donna Artemide lo fanno in modo abbastanza spietato e duro. La spietatezza si mostra quando una donna siffatta giudica le azioni degli altri in termini di bianco o nero, senza sfumature o mezze misure.
Perché il suo atteggiamento cambi, occorre che sviluppi compassione ed empatia, che magari acquisisce con la maturità. Molte donne Artemide arrivano all’età adulta con grande fiducia in se stesse e con la sensazione di essere invulnerabili. Dopo che hanno provato la sofferenza, hanno subito qualche insuccesso, con l’esperienza, divengono solitamente più compassionevoli. Se questa donna impara come ci si sente quando si è vulnerabili e diventa più condiscendente e tollerante, e se perdona i propri errori e quelli degli altri, allora le lezioni che avrà imparato dalla vita la renderanno più generosa e comprensiva.
Vie di crescita
Per andare oltre la dimensione Artemide, la donna deve sviluppare la sua ricettività e l’attenzione al rapporto. Deve diventare vulnerabile, imparare ad amare e a prendersi profondamente cura di qualcun altro. Se questo accade, può succedere solo attraverso un rapporto, solitamente con un uomo che la ama, o a volte anche con un’altra donna o con un figlio.
Spesso questa evoluzione avviene solo dopo che la donna Artemide si è “scaricata”, dopo aver puntato a una serie di obiettivi, realizzandoli o meno, e dopo aver perso il gusto del brivido della caccia e della gara. Può capitare che un uomo che la ama debba aspettare fino a questo momento, e fino a quando la dea Afrodite non interviene.
Infatti, se la donna Artemide fa la conoscenza di Afrodite per amore di un’altra persona, allora la sua unilateralità, per quanto soddisfacente possa essere stata, farà spazio alla possibilità di realizzare una completezza.
Così può succedere che inizi a riflettere su ciò che è importante per lei e che, oltre al suo orientamento verso l’esterno, acquisisca il senso della dimensione interna e divenga consapevole di aver bisogno tanto dell’indipendenza quanto dell’intimità. Una volta conosciuto l’amore, vivrà momenti in cui sarà obbligata a decidere cosa sia per lei più importante.
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