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La donna Atena: difficoltà psicologiche e modi per crescere

da | Dic 14, 2020

Difficoltà psicologiche della donna Atena

La raziocinante dea Atena non ha mai perso la testa, il cuore o l’autocontrollo. Non si faceva toccare dalle emozioni e dai sentimenti irrazionali, era invulnerabile, insensibile di fronte all’irrazionalità, e le sue azioni erano sempre intenzionali, mai impulsive.

Anche la donna che assomiglia alla dea Atena condivide queste caratteristiche con lei. I suoi problemi nascono dai tratti del suo carattere, dal fatto che a livello psicologico, porta “scudo e corazza”.

Andare oltre i ristretti limiti di un’unica dea, coltivando le altre, è una possibilità comune a tutte le tipologie di dee. Ma la donna Atena ha molte direzioni precise che può decidere di seguire.

L’identificazione con Atena

Vivere come la dea Atena significa vivere di testa e agire sempre in maniera intenzionale. Una donna siffatta vive principalmente per il lavoro. Nonostante si circondi di altre persone, non riesce a vivere pienamente le emozioni, l’intimità e la passione. Non conosce neanche la profonda disperazione e la sofferenza che possono venire dal legame con gli altri e dal bisogno di loro.

Vivendo di testa, alla donna Atena manca l’esperienza di essere pienamente nel proprio corpo. Sa ben poco della sessualità e di cosa significhi spingere il corpo fino al limite. Questa donna non sente tutta la forza dell’istinto materno, sessuale o procreativo.

Per andare oltre la dimensione Atena, questa donna deve sviluppare altri aspetti di sé e questo può avvenire gradualmente, se si rende conto che la dea la limita, e se si apre al punto di vista degli altri.

A volte può andare oltre la dimensione Atena in maniera inaspettata o traumatica, sotto la pressione di eventi che la invadono di sentimenti che provengono dall’inconscio: quando, ad esempio, un figlio ha una malattia o qualcuno gli fa del male. Se dalle sue profondità archetipiche emerge un istinto protettivo e disposto a qualunque cosa, come quello di un’orsa inferocita, scoprirà dentro di sé questo lato di Artemide. Oppure, se il suo matrimonio di amicizia viene minacciato da un’altra donna, può venire sopraffatta dai sentimenti vendicativi di una Era ferita, invece di rimanere un’Atena razionale che si occupa solo di affari.

Modi per crescere

Guardare il proprio mondo interno

Quando una donna scopre di essere sempre a lavoro, di non parlare altro che di lavoro, che la sua mente non riposa mai, si rende conto di quanto il lavoro possa essere logorante, e sente il bisogno di un maggiore equilibrio, Atena, come dea dei mestieri, offre una via d’uscita psicologica dal pensiero continuo del lavoro.

Di tutte le arti manuali, la più cara ad Atena era la tessitura. Una donna può scoprire che quello che la libera dalle preoccupazioni professionali è il cucire, e impara a farsi i vestiti da sola in modo creativo. Questa occupazione le permette di prendere le distanze dai problemi di lavoro e di porsi in uno stato mentale diverso rispetto a quando pensa al lavoro, la mente si svuota e si rilassa. Tutte le attività manuali offrono alla donna Atena una possibilità di equilibrio interiore rispetto alla polarizzazione sul mondo esterno.

Recuperare la bambina

La dea Atena non fu mai bambina: nacque come donna adulta. Questa metafora non è lontana dall’esperienza reale della donna Atena. Questa donna ha bisogno di scoprire in sé la bambina che non è mai stata. Per recuperare la sua bambina interiore, la donna Atena deve smettere di affrontare ogni nuova esperienza come farebbe un’adulta di buon senso, come ha sempre fatto, anche da piccola. Al contrario, deve imparare a guardare la vita con gli occhioni incuriositi di una bambina, come se tutto fosse una nuova scoperta.

Il bambino, infatti, quando è affascinato da qualcosa di nuovo, lo accetta così com’è. Al contrario di Atena, non ha pregiudizi su come dovrebbe essere e non etichetta l’esperienza con formule vecchie e scontate. Quando le capita un momento di emozione, la donna Atena deve cercare di viverla e permettere agli altri di darle conforto. Per riscoprire la bambina dentro di sé, deve giocare e ridere, piangere e lasciarsi abbracciare.

Scoprire la madre

Nel mito, la dea Atena non aveva una madre, ed era orgogliosa di avere un solo genitore: il padre, Zeus. Non conosceva sua madre Metis perché Zeus l’aveva inghiottita. Da un punto di vista metaforico, le donne Atena sono “orfane di madre” in molti sensi, e quindi, per lasciarsi accudire da una madre, devono scoprirla, questa madre, e considerarla importante.

Ma dato che la donna Atena ha svalutato la madre, prima di poter apprezzare qualsiasi somiglianza con lei, deve scoprirne i punti forti. In genere le manca il legame con l’archetipo materno, e deve arrivare a sentirlo dentro di sé, per vivere istintivamente e profondamente la maternità e il ruolo materno.

Fonte:

“Le dee dentro la donna”

J. S. Bolen

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