La maggior parte di noi ha studiato le divinità dell’Olimpo a scuola. Gli abitanti dell’Olimpo avevano qualità molto umane, come comportamenti, atteggiamenti, modi di fare e reazioni emotive. Questi modelli di comportamento fanno parte di tutti noi, sono archetipi dell’inconscio collettivo, ecco perché ci risultano familiari.
Le divinità greche più famose erano dodici, sei maschili (Zeus, Poseidone, Ade, Apollo, Ares e Efesto) e sei femminili (Estia, Demetra, Era, Artemide, Atena e Afrodite). Gli archetipi delle divinità femminili di cui parlerò sono le sei dee dell’Olimpo (Estia, Demetra, Era, Artemide, Atena e Afrodite) ed in più Persefone, che è legata alla dea Demetra.
Queste sette dee possono essere suddivise in tre categorie: le dee vergini, le dee vulnerabili e le dee alchemiche. Le dee vergini sono Artemide, Atena ed Estia. Artemide era la dea della caccia e della luna, il cui regno erano i luoghi selvaggi. Era l’arciera dalla mira infallibile e protettrice dei piccoli di ogni essere vivente e presiedeva al parto. Atena era la dea della saggezza e dei mestieri. Era la dea corazzata e la migliore stratega in battaglia. Estia, la dea del focolare, era presente nelle abitazioni e nei templi, è la dea meno conosciuta. Le dee vergini rappresentano la qualità femminile dell’autosufficienza e dell’indipendenza. Non si innamoravano e non si facevano coinvolgere emotivamente. Come archetipi rappresentano il bisogno di indipendenza e di autonomia della donna che raggiunge i propri traguardi con competenza e determinazione.
Le dee vulnerabili sono Era, Demetra e Persefone. Era era la dea del matrimonio e moglie di Zeus. Demetra era la dea delle messi, dei raccolti, e madre di Persefone, o Kore, la dea fanciulla. Le tre dee vulnerabili rappresentano i ruoli tradizionali di moglie, madre e figlia. Sono dee che fanno dipendere il loro benessere e la loro identità da qualcun altro, sono archetipi orientati al rapporto. Manifestano il bisogno di legame e di rapporti significativi. Quando un legame veniva spezzato queste dee soffrivano.
Afrodite era la dea dell’amore e della bellezza, la dea alchemica, la più bella dea dell’Olimpo. Ebbe molti amori, ed esprimeva sensualità, bellezza, attrazione erotica, sessualità e amore. Era una dea autonoma, come una dea vergine, e visse i rapporti, come una dea vulnerabile. L’archetipo Afrodite porta la donna a cercare nei rapporti la stabilità e l’intensità ed ad essere aperta al cambiamento.
Le dee greche, belle e forti, sono immagini di donne vissute nella fantasia umana per oltre tremila anni, rappresentano quello che le donne sono. Queste dee descrivono modelli innati che possono plasmare la vita di ogni donna. Ogni dea può avere tratti positivi o negativi: ogni donna può assomigliare ad una o più di una dea, nei conflitti interni e nelle complessità che la caratterizzano.
In ogni donna sono potenzialmente presenti tutte le dee, che possono anche essere in competizione tra loro. La donna sotto l’influenza di più dee deve decidere quale aspetto di sé esprimere, altrimenti sarà presa a volte da una dea altre volte da un’altra. Anche le dee, come noi, vivevano in una società patriarcale, quindi riflettono modelli di vita tipici di una società siffatta.
Nei prossimi video parlerò di come si attivino o si possano attivare le dee nel corso della vita di una donna, in base ai cambiamenti, alle scelte e alla fase di vita che questa attraversa.
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