Le tre dee vulnerabili sono Era, dea del matrimonio, Demetra, dea delle messi, e Persefone, nota come Kore, o Fanciulla, regina del mondo sotterraneo. Queste tre divinità impersonano gli archetipi dei ruoli tradizionali della donna: moglie, madre e figlia. Sono le dee orientate al rapporto, che trovano benessere ed identità in un rapporto significativo. Esprimono il bisogno femminile di affiliazione.
Nei miti che le riguardano, furono tutte e tre violentate, rapite, dominate o umiliate da divinità maschili. Tutte e tre soffrivano quando un legame si interrompeva o non veniva onorato e tutte e tre hanno sperimentato l’impotenza. Ma ognuna ha reagito in modo tipico: Era con la rabbia e la gelosia, Demetra e Persefone con la depressione. Tutte e tre hanno manifestato sintomi assimilabili alla malattia psichica. Le donne che hanno in sé queste dee come archetipi, con molta probabilità, sono vulnerabili.
Quando queste tre dee sono archetipi dominanti, la spinta motivazionale è rappresentata dal rapporto, più che dal conseguimento di un obiettivo, dall’autonomia o dal piacere di una nuova esperienza. Sono donne orientate verso gli altri, vengono gratificate dal rapporto con gli altri: per esse realizzare ruoli tradizionalmente femminili può essere significativo a livello personale. Seguono il bisogno proprio di ogni archetipo: essere compagna (Era), accudire (Demetra), essere dipendente (Persefone).
Vulnerabilità,vittimismo e coscienza diffusa
Le dee vulnerabili sono vittime. Era fu umiliata e ingannata dal marito Zeus, che non considerava affatto il suo bisogno di fedeltà. Il legame di Demetra con sua figlia fu ignorato, così come la sua sofferenza, quando la figlia venne rapita e tenuta prigioniera nel mondo degli Inferi. Sia Demetra che Persefone furono violentate. Come le donne che vivono situazioni di sottomissione e di impotenza, le tre dee vulnerabili manifestarono sintomi psicologici.
Per evitare di diventare una vittima, la donna deve mostrarsi concentrata e sicura di sé. Deve camminare con passo deciso, in quanto un passo “senza meta” attira problemi. Disponibilità e condiscendenza possono dare calore ai rapporti e alla casa, ma nel mondo esterno, possono portare a intrusioni indesiderate.
Una donna sola, seduta in una sala d’aspetto o sola al ristorante, deve sapere di poter venire avvicinata da uomini che danno per scontato che qualsiasi donna evidentemente non occupata a fare qualcosa sia facile oggetto di commenti o attenzioni indesiderate. Se lei è sensibile alle attenzioni e si lascia avvicinare, l’atteggiamento amichevole può indurre l’uomo a considerarla disponibile, facendole correre il rischio di ricevere avances non gradite e diventare vittima di molestie sessuali o di reazioni di rabbia, all’eventuale rifiuto.
Due sono i fattori che predispongono la donna alla vittimizzazione: il primo è l’errata interpretazione che l’uomo fa della condiscendenza e dell’atteggiamento amichevole di lei come un invito alla sessualità, e il pregiudizio diffuso che una donna sola possa essere avvicinata e sia potenzialmente disponibile. L’altro fattore è l’assunto sociale secondo cui le donne sono una proprietà. Questo impedisce agli uomini di fare commenti su una donna accompagnata, di parlarle, o anche solo di “guardarla”, come pensano di poter fare invece nel caso contrario.
Modi di essere e di comportarsi
Tutte e tre le dee vulnerabili hanno nella propria mitologia una fase felice e realizzata; una fase in cui sono state vittimizzate, hanno sofferto e hanno manifestato una sintomatologia psichica; e una fase di recupero o di trasformazione. Ciascuna dea rappresenta uno stato della vita che la donna può attraversare rapidamente o dove invece può rimanere per un periodo di tempo.
Una donna che scopre di assomigliare ad Era, Demetra o Persefone, può imparare qualcosa di più su di sé, sulle proprie forze, suscettibilità e potenzialità negative. Se impara a prevedere quali saranno i suoi problemi, potrà evitare alcune sofferenze. La donna Era, per esempio, potrà risparmiarsi molto dolore se non si lascia andare in modo sconsiderato ad un matrimonio prematuro. Prima di sposarsi, deve imparare a giudicare il carattere e la capacità d’amore di un uomo, perché il suo destino dipenderà dal marito. Allo stesso modo, la donna Demetra, deve decidere quando vuole rimanere incinta e prendere precauzioni prima di quel momento, perché la sua dea interna, che lei avverte come un irresistibile istinto materno, non si preoccupa delle conseguenze. E la giovane Persefone, per superare il modello della figlia che asseconda la madre, quando si iscrive all’università o inizia a lavorare farebbe bene ad andare via di casa.
Oltre la dimensione delle dee vulnerabili
Mentre le dee vulnerabili non incarnano qualità che spingono alla realizzazione, le donne in cui vivono questi archetipi possono andare oltre, scoprendo in sé qualità di altre dee, come Atena e Artemide, rendendosi conto che competenza e competitività sviluppano dentro di loro quella che avvertono come la propria parte “maschile”, oppure esplorando le dimensioni spirituali e sensuali legate ad Estia, dea del focolare, e ad Afrodite, dea dell’amore.
Nei prossimi video vedremo le caratteristiche di queste tre dee vulnerabili. Ogni donna che abbia avuto il desiderio di sposarsi, o di avere figli, o che sia stata in attesa di qualcosa che le cambiasse la vita (il che significa praticamente tutte le donne), in certi momenti della vita scoprirà in sé qualche affinità con una delle dee vulnerabili.
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